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Pericolosità e sicurezza tra Rally e Pista

La sicurezza nei rally potrà mai eguagliare quella in pista?

Quattro morti nei rally in meno di 2 mesi: prima Roberts Gareth, giovanissimo di appena 24 anni navigatore sulla Peugeot 207 guidata da Craig Been alla Targa Florio 2012, poi un altro incidente mortale mortale al Rally di Boemia dove ha perso la vita Bohuslav Ceplecha navigatore di Martin Semerad. Ultimo schianto quello di domenica scorsa dove sia pilota sia navigatore muoiono avvolti dalle fiamme: Valerio Catelani, 37 anni, e la sua navigatrice Daniela Bertoneri, 34 anni, dopo soli 3,5 km dal via della prova speciale, hanno trovato la  morte nell’incidente con la Peugeot 207 S2000, incendiatasi dopo l’uscita di strada.
La pericolosità del rally è sicuramente maggiore rispetto alla pista: in quest’ultima ci sono larghe vie di fuga, commissari di percorso, misure antincendio, ambulanze e medici a pochissima distanza. In caso di incidente l’intervento è possibile farlo molto più tempestivamente rispetto ad una prova speciale di un rally. Nei rally i percorsi sono più lunghi, si snodano in montagna, con l’asfalto in condizioni variabili e possibilità di diversi incontri ravvicinati con ostacoli, terriccio lasciato da altri concorrenti, ecc ecc. Controlla
re e monitorare questi tracciati dal punto di vista della sicurezza non è facile.
Personalmente ho corso diversi anni in pista. Ho provato ad immaginare di guidare con il mio limite (e stesso modo di condurre un auto in pista) su una strada di montagna. Come dicevo in una discussione settimana scorsa con Silvia e Manuela Micheletti (pilote e navigatrici di rally, nonchè lettrici di Elaborare selezionate), intavolata mentre ci dirigevamo verso Fregene per la prova della nuova classe A Mercedes, difficilmente potrei guidare allo stesso modo sapendo di dover sfiorare e “pelare” ostacoli come muretti, alberi e strapiombi. In realtà è quello che fanno molti piloti da rally: tenersi in tasca una riserva di sicurezza maggiore.
A conferma di ciò le parole di Rory Zinzi ex segretario Scuola Federale Rally  “Oggi giorno è difficile che le auto prendano fuoco anche ad in seguito ad urto. Non è da escludere che l’incendio possa essere stato causato dall’innesco di fuoco sull’erba secca, dai freni incandescenti che hanno lasciato qualche scintilla. Secondo me invece la pista è più pericolosa dei rally perché ti spinge ad osare di più. Nel rally solitamente il pilota mantiene sempre un margine di sicurezza. Quando questo viene meno allora è possibile la toccata”.
E’ vero le auto sono molto più sicure, le gabbie di sicurezza offrono un grado di protezione maggiore, ma poi è il caso a fare il resto, come il guard rail che ha ucciso Roberts Gareth alla Targa Florio infilatosi nell’abitacolo lato passeggero.

Ne abbiamo parlato anche con la navigatrice rally Manuela Micheletti che a proposito di limite ci ricorda: “Il limite di guida è a discrezione del pilota. Considerate che nei rally non ci sono regolamenti che impongono la scelta dei pneumatici in caso di pioggia, neve, terra ad esempio. Ognuno può partire per le PS come preferisce a suo rischio e pericolo, dunque il limite lo stabilisce la bravura e la consapevolezza dell’equipaggio e del team”. Continuando ancora sul fatto dell’impossibilità di tenere sotto controllo lunghi percorsi: “Credo che adottando delle ritenute di sicurezza sul percorso e con più commissari a vista lungo le prove si possa arrivare a monitorare tutto il percorso. Ma ovviamente questo incide sui costi e sui regolamenti”.
Alla domanda si poteva evitare? Manuela risponde: “Non ero sul posto e credo che forse non si verrà neanche mai a sapere la causa. Secondo me gli equipaggi non sono controllati. Appena superato lo start della prova speciale ti ritrovi a percorrere spesso interi km in solitudine. Del resto se fosse accaduto su una prova Tv del CIR (che viene ripresa interamente in diretta) sicuramente i commissari, la direzione e i mezzi di soccorso sarebbero intervenuti all’istante”.

Anche i lettori di Elaborare si esprimono. Marco Ecca 46 anni ci scrive: “Ci vuole più sicurezza anche partendo dalle cose più pericolose che sono appunto gli incendi nelle vetture. Curiamo di più la sicurezza dei serbatoi e delle tubazioni che così si salva la vita a molte altre persone. Gli incidenti esistono da una vita ma se si riesce a far si che anche in un urto il serbatoio non collassi è meglio. Sentendo le notizie per me non è un semplice tubo che si è rotto ma presumo il serbatoio o i manicotti grossi dove la benzina in caso di urto potrebbe fuoriuscire alla grande. Speriamo che queste righe vengano lette da molte persone che attueranno provvedimenti su questi dispositivi da curare di piu’ su queste auto da rally che sono più soggette a rotture”.

Marco P (pilota): “Rallly purtroppo non sono il massimo della sicurezza, se per esempio in pista vai al limite e commetti un’errore hai le via di fuga che ti aiutano a recuperare la situazione mentre nei rally basta un piccolo errore che ti ritrovi sbattuto vicino muretti alberi case e tutto quello che si puo’ trovare per strada…poi i rally si percorrono su strade che servono per spostarsi non sono costruite per correre come puo’ essere una pista, secondo me non esistono strade sicure e strade meno sicure perche’ basta pochissimo per andare a sbattere…i rally sono uno sport imprevedibile purtroppo non sai mai cosa puoi trovarti durante una curva… per esempio puoi avere la strada tutta asciutta poi arrivi in un tratto e ti ritrovi dell’umido o tantissima ghiaia e finisce fuori. Purtroppo il problema principale e’ che guidando al limite su strada e’ facilissimo sbagliare fare danni e farsi male sia che sia una wrc o una 106 fn1…anche con quella se esci in un tratto veloce e vai a sbattere contro una quercia ti fai male….purtroppo secondo me’ i rally per strada prima o poi li vietranno e al loro posto verranno fuori i rally in pista che stanno andando molto di moda ora come quello di Vallelunga Monza Misano Franciacorta ecc…pero’ penso che il fascino che hanno i rally che si corrono per strada non hanno niente a che vedere con quelli li…sia per chi guida sia per chi guarda… poi secondo me’ da una parte hanno sbagliato anche a limitare le ricognizioni perche’ con pochi passaggi non e’ facile prendere le note e poi durante esse bisogna stare attenti anche alle macchine dei residenti della zona che escono…CMQ CHI CORRE NEI RALLY LO FA’ PER LE BELLISSIME SENSAZIONI CHE TI DA’ E SA’ CHE CI SI PUO’ FAR MALE MA LA PASSIONE E’ PASSIONE“.

Leggi anche:
Incidente mortale al Rally di Lucca  LINK  – Targa Florio muore Gareth Roberts

Giovanni Mancini

Ingegnere, pilota, giornalista appassionato da sempre di auto e motori. Segue la direzione di questo portale newsauto.it ed è direttore responsabile dei magazine Elaborare, Elaborare 4x4 ed Elaborare Classic da oltre 20 anni il riferimento degli appassionati. Nell'anno 2004 ha conseguito il titolo di Campione Italiano nel Campionato Velocità Turismo. Pilota attualmente attivo su gare in pista del Campionato Italiano Turismo e nei monomarca Seat e Renault. Tra le tante auto speciali provate ce n'è una in particolare (esclusiva italiana): la Mazda 787B vincitrice della 24H di Le Mans nel 1991.

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