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Alfa Romeo 155 V6 TI DTM

Alfa Romeo 155 DTM – MOTORE

Il motore V6 Alfa Romeo di 2,5 litri di cilindrata montato in posizione anteriore longitudinale (capo progetto ing. Giuseppe D’Agostino), passò nel corso delle stagioni dai 420 CV del 1993 ai finali 490 CV del 1996, erogati tra gli 11.500 e gli 11.800 giri/min e con un regime massimo di rotazione di 12.000 giri al minuto (limite massimo consentito dal regolamento), la coppia massima arrivò a valore di 32,4 kgm. Il monoblocco e le testate (realizzate dalla Cosworth) erano di sofisticate leghe di alluminio microfuso, 24 valvole a richiamo pneumatico (nella seconda versione), doppia accensione per ogni cilindro e lubrificazione a carter secco.
Il regolamento tecnico prevedeva, oltre che una cilindrata massima di 2.500 cm³, che il motore da competizione dovesse condividere solamente l’angolo tra le bancate e l’interasse dei cilindri con uno dei motori prodotti in serie dallo stesso gruppo automobilistico. Dal 1993 fino alle prime corse della stagione 1996 vennero quindi utilizzati motori V6 a 60º, che riprendevano l’architettura del V6 montato sulle Alfa Romeo stradali.
Queste prime unità arrivarono a sviluppare fino a 470 CV e 31 kgm al massimo dello sviluppo, per un peso di 106 kg. Per recuperare competitività e vincere il campionato, a metà stagione 1996 la 155 venne equipaggiata con un nuovo e più potente motore V6 con angolo tra le bancate dei cilindri di 90º, denominato 690RC. Infatti l’Alfa Romeo, interpretando al meglio il regolamento, poté omologare il nuovo propulsore grazie al motore PRV, caratterizzato appunto dall’angolo di 90° e montato fino a pochi anni prima sulle Lancia Thema, all’epoca prodotte dalla società Alfa-Lancia Industriale SpA.
La nuova unità offriva il vantaggio di una struttura semplificata dell’albero motore, mentre nella precedente versione a V di 60º vi era un perno di biella per ogni cilindro, nel nuovo erano invece affiancate a due a due sul medesimo perno di manovella, l’albero motore risultava quindi più semplice, più corto di 7 cm, leggero e quindi con meno sollecitazioni torsionali. Il nuovo motore raggiunse la potenza massima di 490 CV, il peso scese a 96 kg: queste innovazioni contribuirono ad una serie di 6 vittorie consecutive.motore-155-dtm-alfaromeo

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Giovanni Mancini

Ingegnere, pilota, giornalista appassionato da sempre di auto e motori. Segue la direzione di questo portale newsauto.it ed è direttore responsabile dei magazine Elaborare, Elaborare 4x4 ed Elaborare Classic da oltre 20 anni il riferimento degli appassionati. Nell'anno 2004 ha conseguito il titolo di Campione Italiano nel Campionato Velocità Turismo. Pilota attualmente attivo su gare in pista del Campionato Italiano Turismo e nei monomarca Seat e Renault. Tra le tante auto speciali provate ce n'è una in particolare (esclusiva italiana): la Mazda 787B vincitrice della 24H di Le Mans nel 1991.

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