Disattivazione cilindri per migliorare efficienza motore

Disattivare i cilindri offre numerosi vantaggi al propulsore: miglioramento dell’efficienza e dei consumi, oltre alla riduzione delle emissioni

Disattivare i cilindri offre numerosi vantaggi al motore: miglioramento dell’efficienza e dei consumi, oltre alla riduzione delle emissioni. L’evoluzione dell’elettronica ha permesso di superare le difficoltà del passato e il diffondersi di questa soluzione.
Infatti l’impegno delle Case automobilistiche per il miglioramento delle prestazioni e dell’efficienza dei propulsori ha conosciuto fasi alterne nella storia della tecnica motoristica.
Uno dei sistemi ideati per raggiungere questi obiettivi è la disattivazione dei cilindri, ovvero il taglio dell’alimentazione e il blocco dell’apertura delle valvole di uno o più cilindri nelle situazioni dove la richiesta di potenza è bassa e le perdite di pompaggio sono più elevate: il piccolo angolo di apertura della valvola a farfalla lascia una ridotta sezione di passaggio all’aria aspirata, provocando perdite di carico.
Quando vengono attivati solo alcuni cilindri, la valvola a farfalla viene mantenuta completamente aperta, riducendo drasticamente le suddette perdite. I propulsori di questo tipo, denominati anche “modulari”, sono stati proposti per la prima volta all’inizio degli anni ’80 (altro periodo nel quale il risparmio energetico era un’esigenza particolarmente sentita).

Gli esperimenti storici

Uno dei primi e più importanti esempi di queste particolari unità motrici fu installato nell’Alfa Romeo “Alfetta” modulare del 1981, prodotta inizialmente in 10 esemplari adibiti a taxi (in servizio nella città di Milano), nell’ambito di un progetto portato avanti dalla Casa del Biscione e dalla CEE (come allora veniva chiamata la UE).

Le soluzioni di oggi

L’esponenziale aumento della potenza di calcolo dell’elettronica di bordo negli ultimi trent’anni ha permesso ai costruttori di equipaggiare i propri modelli di serie con propulsori a cilindri disattivabili.
Tali sistemi hanno cominciato a diffondersi, per forza di cose, a partire dai modelli di alta gamma. Ricordiamo infatti l’ACC (Active Cylinder Control) Mercedes, presente nei 5.000 V8 e nei 6.000 V12 della Casa tedesca dal 1999. In questo caso delle speciali punterie tenevano chiuse le valvole di metà dei cilindri.

L’articolo completo con tutti i dettagli sulla tecnica di disattivazione dei cilindri è su Elaborare 237.

ACQUISTA E RICEVI ELABORARE n° 237 Aprile 2018 QUI
ACQUISTA VERSIONE DIGITALE a 2,99 € PC, iOS, Android unico accesso QUI
ABBONATI E RICEVI ELABORARE QUI (diverse opzioni 3/6/11 numeri)
ABBONATI ALLA VERSIONE DIGITALE a solo 22,99€ 

Exit mobile version