Leon Cup MUGELLO

Sul circuito toscano del Mugello questo WK scende in pista la Seat Leon Cup Racer con i colori di ELABORARE, equipaggio Jimmy Ghione / Giovanni Mancini nella prima edizione 2015 del Campionato Leon Cup.

Prende il via la prima edizione del Campionato Leon Cup, che vede in griglia di partenza la Seat Leon Cup Racer, una sportiva purosangue sviluppata per permettere ai piloti di tutte le categorie di correre con soddisfazione ma a costi contenuti. Monza sarà la prima tappa e gli equipaggi schierati al via saranno 15.

La base di partenza è la Seat Leon di serie, ma per arrivare alla definitiva Cup Racer Seat ha impiegato tutto il know-how del reparto tecnico. La potenza massima è salita a 330 cavalli e la coppia a 410 Nm, il tutto condito da ammortizzatori regolabili così come l’ala posteriore per una maggiore deportanza in funzione della pista da affrontare e carreggiate allargate di 130 mm.

LEON CUP calendario gare campionato 2015
Monza 30/31 Maggio –  Imola 27/28 Giugno – Pergusa 25/26 Luglio – Vallelunga 12/13 Settembre – Misano 26/27 Settembre – Mugello – 17/18 Ottobre
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Noi abbiamo anche avuto la possibilità di provarla sul Circuito di Franciacorta, il Daniel Bonari per chi è pratico e preferisce i nomi, in collaborazione proprio con Seat Motorsport e ne siamo rimasti sbalorditi. Una preparazione ed un allestimento come il Cup Racer riescono a trasformare la Leon in una vera e propria belva mangiacordoli, senza fronzoli e senza giri di parole. Un paio di giri per mettere in sesto le gomme, rigorosamente slick, ed i freni, con dischi anteriori ventilati da 362 mm e posteriori da 272 mm sempre ventilari, e via a dare tanto gas. L’aspetto migliore? Assolutamente la tenuta dell’assetto: si riesce a spingere forte ed in modo piuttosto naturale, senza che la Leon perda colpi o si scomponga. Certo meglio evitare di anticipare la riapertura del gas in uscita di curva perchè altrimenti la linea che si segue è dritta, dobbiamo pur sempre ricordarci che è una trazione anteriore!

Cambi di direzione veloci e telaio sufficientemente rigido da far staccare da terra la ruota posteriore interna quando si percorrono curve al limite dell’aderenza: l’auto tiene, il telaio pure, e si guida in moto sciolto. L’accortenza da avere in guida è classica e votata tanto  all’ottica pista, dove “si accelera tanto e si frena tanto, non si ha la modularità della guida stradale”: bisogna cercare di accelerare con il piede destro e frenare con il sinistro, tanto la frizione non c’è poichè il cambio è un automatico a 6 rapporti con paddle al volante, e poi il pedale del freno è così duro che si può avere qualche difficoltà nel premerlo a fondo. Ma d’altronde, ragionandoci, è anche bene così, poichè non si perde tempo nel passaggio dello stesso piede da un pedale all’altro e ci si proietta in una dimensione di maggiore reattività.

Insomma, un buon modo per spendere 70.000 euro (per l’auto base) e cominciare l’avventura in pista? Noi diciamo di si.

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